La bici come mezzo per il trasporto sostenibile.
E’ ormai qualche mese che volutamente prendo
la MTB per andare all’università. Lo faccio nel caso ci sia uno sciopero, nel
caso non abbia la macchina a disposizione ma anche quando voglio velocizzare i
miei spostamenti nella Capitale.
Solitamente per andare in facoltà mi avvalgo
di una buona intermodalità: macchina, treno, Metro B, piedi. Quattro “mezzi”
diversi per seguire le lezioni universitarie.
Piccola parentesi per i non addetti al
settore: solitamente viene considerato trasporto intermodale, il trasporto che
prevede, per raggiungere una destinazione, almeno due mezzi.
Ora io sono molto favorevole al trasporto
intermodale. Ma 4 mezzi diversi per giungere nel posto in cui si studia sono
veramente eccessivi.
Il trasporto intermodale ha funzionato (e
sottolineo il tempo al passato) soprattutto per quanto riguarda il trasporto
merci. E’ una grande risorsa che andrebbe sfruttata. Non fosse altro perché
toglierebbe gomma dalla strada e svilupperebbe dei trasporti sostenibili. E’ un
po’ quello che si faceva qualche decennio fa quando Trenitalia nella sua
progettualità pensava a medio lungo termine e i binari delle ferrovie
arrivavano fino in porto così da permettere al settore Cargo un ottimo sviluppo
e un ottima collaborazione con le navi container. Oggi questo non si fa quasi più.
Torniamo alla situazione romana e alla bici
come mezzo di viaggio.
Con la bici il mio tempo di viaggio
diminuisce sensibilmente ma soprattutto mi permette di limitare i miei cambi di
mezzo a due: bici e treno.
E questo per prima cosa vuol dire maggiore
velocità negli spostamenti e minore dipendenza da ritardi e rotture che spesso
affliggono i TAF, la Metro B e non solo (anche la mia macchina).
Vengo al punto dicendo che la città di Roma
potrebbe investire in maniera maggiore e in modo più continuativo nello
sviluppo di piste ciclabili e servizi al cittadino per favorire l’utilizzo
della bici.
E’ quasi impossibile girare con la bici all’interno delle stazioni
ferroviarie, per non parlare poi della metropolitana.
Bisognerebbe insistere sul bike sharing e
renderlo diffuso. Prevedere spazi appositi sui treni: i TAF attuali non lo
prevedono mentre in passato era presente questa possibilità, con spazi
riservati e possibilità di ancoraggio della bici stessa.
Inoltre attualmente il servizio è limitato ad
alcuni treni: solo quelli che nell’orario ufficiale Trenitalia, presente in
ogni stazione, hanno accanto il simbolino con la bici, per il resto non è
possibile.
Per di più il servizio è a pagamento, tramite
queste due modalità:
• un supplemento bici di 3,5 euro
utilizzabile per 24 ore dal momento della convalida,
• un biglietto di seconda classe valido per
lo stesso percorso, e che deve essere convalidato prima di salire in treno.
Poi ovviamente, da classico italiano, nessuno
mi ha mai chiesto se ho un biglietto per la mia MTB e nessuno mi ha mai detto
che quel treno non offre il servizio bici.
Per quanto riguarda la metro ecco le
limitazioni:
l'accesso con
bicicletta, ad esclusione di quelle elettriche, sulle linee metro A e B è consentito nei giorni feriali dopo le 20.00 e il sabato e nei giorni festivi per tutta
la durata del servizio. Passeggero e bicicletta sono ammessi solo sulla prima
carrozza nella direzione di marcia del treno.
Anche qui si dovrebbe pagare, almeno dovrebbe
chi non è abbonato:
per gli abbonati
Metrebus il trasporto della bicicletta è gratuito, altrimenti anche per
ogni bicicletta va acquistato un biglietto.
Le uniche esentate sono le bici pieghevoli:
le biciclette pieghevoli non devono pagare il
biglietto e sono ammesse tutti i giorni e per tutta la durata del servizio.
Infine è un peccato che la bici non possa far
nulla, almeno per ora, contro i ritardi di Trenitalia.
Delle volte penso che non mi resta che
scendere dal treno e continuare in bici.
Fonti:
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