"Datemi qualsiasi cosa a motore e io ve la porterò al limite" Gilles Villenueve

lunedì 21 novembre 2011

Trasporti sostenibili e intermodalità


La bici come mezzo per il trasporto sostenibile.

E’ ormai qualche mese che volutamente prendo la MTB per andare all’università. Lo faccio nel caso ci sia uno sciopero, nel caso non abbia la macchina a disposizione ma anche quando voglio velocizzare i miei spostamenti nella Capitale.
Solitamente per andare in facoltà mi avvalgo di una buona intermodalità: macchina, treno, Metro B, piedi. Quattro “mezzi” diversi per seguire le lezioni universitarie.

Piccola parentesi per i non addetti al settore: solitamente viene considerato trasporto intermodale, il trasporto che prevede, per raggiungere una destinazione, almeno due mezzi.
Ora io sono molto favorevole al trasporto intermodale. Ma 4 mezzi diversi per giungere nel posto in cui si studia sono veramente eccessivi.  
Il trasporto intermodale ha funzionato (e sottolineo il tempo al passato) soprattutto per quanto riguarda il trasporto merci. E’ una grande risorsa che andrebbe sfruttata. Non fosse altro perché toglierebbe gomma dalla strada e svilupperebbe dei trasporti sostenibili. E’ un po’ quello che si faceva qualche decennio fa quando Trenitalia nella sua progettualità pensava a medio lungo termine e i binari delle ferrovie arrivavano fino in porto così da permettere al settore Cargo un ottimo sviluppo e un ottima collaborazione con le navi container.  Oggi questo non si fa quasi più.

Torniamo alla situazione romana e alla bici come mezzo di viaggio.
Con la bici il mio tempo di viaggio diminuisce sensibilmente ma soprattutto mi permette di limitare i miei cambi di mezzo a due: bici e treno.
E questo per prima cosa vuol dire maggiore velocità negli spostamenti e minore dipendenza da ritardi e rotture che spesso affliggono i TAF, la Metro B e non solo (anche la mia macchina).

Vengo al punto dicendo che la città di Roma potrebbe investire in maniera maggiore e in modo più continuativo nello sviluppo di piste ciclabili e servizi al cittadino per favorire l’utilizzo della bici. 
E’ quasi impossibile girare con la bici all’interno delle stazioni ferroviarie, per non parlare poi della metropolitana.
Bisognerebbe insistere sul bike sharing e renderlo diffuso. Prevedere spazi appositi sui treni: i TAF attuali non lo prevedono mentre in passato era presente questa possibilità, con spazi riservati e possibilità di ancoraggio della bici stessa.  
Inoltre attualmente il servizio è limitato ad alcuni treni: solo quelli che nell’orario ufficiale Trenitalia, presente in ogni stazione, hanno accanto il simbolino con la bici, per il resto non è possibile.
Per di più il servizio è a pagamento, tramite queste due modalità:
• un supplemento bici di 3,5 euro utilizzabile per 24 ore dal momento della convalida,
• un biglietto di seconda classe valido per lo stesso percorso, e che deve essere convalidato prima di salire in treno.
Poi ovviamente, da classico italiano, nessuno mi ha mai chiesto se ho un biglietto per la mia MTB e nessuno mi ha mai detto che quel treno non offre il servizio bici.

Per quanto riguarda la metro ecco le limitazioni:
l'accesso con bicicletta, ad esclusione di quelle elettriche, sulle linee metro A e B è consentito nei giorni feriali dopo le 20.00 e il sabato e nei giorni festivi per tutta la durata del servizio. Passeggero e bicicletta sono ammessi solo sulla prima carrozza nella direzione di marcia del treno.
Anche qui si dovrebbe pagare, almeno dovrebbe chi non è abbonato:
per gli abbonati Metrebus il trasporto della bicicletta è gratuito, altrimenti anche per ogni bicicletta va acquistato un biglietto.
Le uniche esentate sono le bici pieghevoli:
le biciclette pieghevoli non devono pagare il biglietto e sono ammesse tutti i giorni e per tutta la durata del servizio.

Infine è un peccato che la bici non possa far nulla, almeno per ora, contro i ritardi di Trenitalia.
Delle volte penso che non mi resta che scendere dal treno e continuare in bici.




Fonti:

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