"Datemi qualsiasi cosa a motore e io ve la porterò al limite" Gilles Villenueve

martedì 29 novembre 2011

Vivalto

Ieri ho preso, quasi per caso, un Treno Vivalto per arrivare alla stazione di Tuscolana.
Rispetto ai nostri fantastici TAF che coprono la linea Roma-Cesano-Viterbo sembrava di viaggiare con un Freccia Rossa.
Giusto per dirne qualcuna:
1) comodità sedili di viaggio maggiore;
2) presenza prese elettriche per ogni posto a sedere;
3) migliore illuminazione;
4) bracciolo laterale centrale;
5) tabellone informativo completo: minuti di ritardo, velocità treno, fermata successiva, temperatura interna ed esterna, info toilette libera o meno;
6) illuminazione migliore;
7) presenza tavolini retraibili.
Che dire di più?
Credo che già tutti questi piccoli accorgimenti ci farebbero viaggiare meglio.
E attenzione non ho certo chiesto di arrivare in orario.....
Matteo Russo
Inviato da iPhone

lunedì 21 novembre 2011

Trasporti sostenibili e intermodalità


La bici come mezzo per il trasporto sostenibile.

E’ ormai qualche mese che volutamente prendo la MTB per andare all’università. Lo faccio nel caso ci sia uno sciopero, nel caso non abbia la macchina a disposizione ma anche quando voglio velocizzare i miei spostamenti nella Capitale.
Solitamente per andare in facoltà mi avvalgo di una buona intermodalità: macchina, treno, Metro B, piedi. Quattro “mezzi” diversi per seguire le lezioni universitarie.

Piccola parentesi per i non addetti al settore: solitamente viene considerato trasporto intermodale, il trasporto che prevede, per raggiungere una destinazione, almeno due mezzi.
Ora io sono molto favorevole al trasporto intermodale. Ma 4 mezzi diversi per giungere nel posto in cui si studia sono veramente eccessivi.  
Il trasporto intermodale ha funzionato (e sottolineo il tempo al passato) soprattutto per quanto riguarda il trasporto merci. E’ una grande risorsa che andrebbe sfruttata. Non fosse altro perché toglierebbe gomma dalla strada e svilupperebbe dei trasporti sostenibili. E’ un po’ quello che si faceva qualche decennio fa quando Trenitalia nella sua progettualità pensava a medio lungo termine e i binari delle ferrovie arrivavano fino in porto così da permettere al settore Cargo un ottimo sviluppo e un ottima collaborazione con le navi container.  Oggi questo non si fa quasi più.

Torniamo alla situazione romana e alla bici come mezzo di viaggio.
Con la bici il mio tempo di viaggio diminuisce sensibilmente ma soprattutto mi permette di limitare i miei cambi di mezzo a due: bici e treno.
E questo per prima cosa vuol dire maggiore velocità negli spostamenti e minore dipendenza da ritardi e rotture che spesso affliggono i TAF, la Metro B e non solo (anche la mia macchina).

Vengo al punto dicendo che la città di Roma potrebbe investire in maniera maggiore e in modo più continuativo nello sviluppo di piste ciclabili e servizi al cittadino per favorire l’utilizzo della bici. 
E’ quasi impossibile girare con la bici all’interno delle stazioni ferroviarie, per non parlare poi della metropolitana.
Bisognerebbe insistere sul bike sharing e renderlo diffuso. Prevedere spazi appositi sui treni: i TAF attuali non lo prevedono mentre in passato era presente questa possibilità, con spazi riservati e possibilità di ancoraggio della bici stessa.  
Inoltre attualmente il servizio è limitato ad alcuni treni: solo quelli che nell’orario ufficiale Trenitalia, presente in ogni stazione, hanno accanto il simbolino con la bici, per il resto non è possibile.
Per di più il servizio è a pagamento, tramite queste due modalità:
• un supplemento bici di 3,5 euro utilizzabile per 24 ore dal momento della convalida,
• un biglietto di seconda classe valido per lo stesso percorso, e che deve essere convalidato prima di salire in treno.
Poi ovviamente, da classico italiano, nessuno mi ha mai chiesto se ho un biglietto per la mia MTB e nessuno mi ha mai detto che quel treno non offre il servizio bici.

Per quanto riguarda la metro ecco le limitazioni:
l'accesso con bicicletta, ad esclusione di quelle elettriche, sulle linee metro A e B è consentito nei giorni feriali dopo le 20.00 e il sabato e nei giorni festivi per tutta la durata del servizio. Passeggero e bicicletta sono ammessi solo sulla prima carrozza nella direzione di marcia del treno.
Anche qui si dovrebbe pagare, almeno dovrebbe chi non è abbonato:
per gli abbonati Metrebus il trasporto della bicicletta è gratuito, altrimenti anche per ogni bicicletta va acquistato un biglietto.
Le uniche esentate sono le bici pieghevoli:
le biciclette pieghevoli non devono pagare il biglietto e sono ammesse tutti i giorni e per tutta la durata del servizio.

Infine è un peccato che la bici non possa far nulla, almeno per ora, contro i ritardi di Trenitalia.
Delle volte penso che non mi resta che scendere dal treno e continuare in bici.




Fonti:

Codesign Jam


Durante i giorni del 28/29/30 ottobre presso le Officine Libetta (Garbatella – Roma) si è svolta un’interessante tre giorni sulla sostenibilità.

Di cosa si tratta: Co-design Jam.
Il Codesing è un approccio di design condiviso.
Una Codesign Jam prevede di sviluppare un progetto di lavoro condiviso strutturato come una Jam Session tipica del Jazz. Una 48 ore, in questo caso, in cui esperti di vari settori (studenti, architetti, programmatori, fotografi, esperti in IT,  designer) si incontrano e insieme producono un progetto finale.
Questi progetti nel nostro caso sono stati caricati su di una piattaforma nella quale sono presenti i progetti di tutte le 50 città che hanno partecipato alla Global Sustainability Jam (la Jam ha cui ho partecipato).
I progetti che vengono caricati sono poi disponibili per chiunque voglia sviluppare queste idee.  Sul sito si possono trovare tutte le info per una start up. Ogni progetto è corredato infatti di tutto il materiale e le informazioni per essere messo in pratica immediatamente.
Inoltre tutto ciò è possibile poiché tutti i progetti sono registrati come CC (creative commons).
Il tema della Jam è stato playground.  Parco giochi in senso letterale, ma è stato poi sviluppato dai vari jammers in molte direttrici che all'inizio della Jam non mi sarei mai aspettato di pensare. 

L’esperienza.
L’idea implicita nella Jam ha permesso a persone che si sono conosciute direttamente sul luogo di “lavoro” di stringere un contatto forte per lavorare fianco a fianco per 48 ore senza praticamente molte soste. Una forte collaborazione per raggiungere l’obiettivo finale.
La grande forza dell’evento è stata quella di mettere insieme persone di diverse età, con diversi interessi e diversi ambiti lavorativi allo stesso tempo accomunati da un profonda attenzione alla sostenibilità.
L’arricchimento personale è stato proprio dovuto a questa mescolanza creativa. Ognuno ha apportato la sua expertise e l’ha messa a disposizione nelle varie fasi del progetto.

Sicuramente un’esperienza da ripetere.

Ecco il link agli 8 progetti sviluppati a Roma durante la tre giorni: codesignjam

E scusate per il ritardo nella pubblicazione!!