"Datemi qualsiasi cosa a motore e io ve la porterò al limite" Gilles Villenueve

mercoledì 23 maggio 2012

Quarto Savona 15

Poche Buone Parole: Quarto Savona 15: il nome in codice della scorta di Falcone!

Una foto di uomini normali, con dietro una casa non conclusa e una delle immancabili auto della scorta!



venerdì 18 maggio 2012

Mobilità sostenibile: tocca a noi!


Un'iniziativa da non perdere per migliorare la nostra conoscenza della mobilità, e approfondire un argomento oggi al centro del dibattito dello sviluppo economico. Un problema che interessa il sociale e l'ambiente in primis. 
Un workshop per iniziare a dare risposte concrete e soprattutto radicate nel territorio: come quello viterbese che di risposte per la mobilità ne ha molto bisogno.
E per iniziare faccio una proposta: per chi andrà sarebbe interessante raggiungere Bolsena in modi alternativi: si potrebbe attivare un car pooling tra i partecipanti o l'utilizzo di soli mezzi a carbuaranti alternativi per chi ne dispone o ancor meglio in autobus.

martedì 15 maggio 2012

Trevignano Romano contro il trasporto sostenibile


Contro l'ordinanza dell'amministrazione del Comune di Trevignano Romano (qui l'ordinanza comunale), una manifestazione per dire no a scelte totalmente fuori dalla vocazione territoriale di quel Paese e per dire si ad un Comune ad una forte vocazione turistica, che dovrebbe incentivare la mobilità sostenibile. Per dire si ad un Paese a misura d'uomo.

giovedì 10 maggio 2012

Politica economica italiana

Questa sera, dopocena, mi sono fermato a parlare con mio nonno, dopo aver preparato insieme a lui la mtb prima dell'uscita di domani. Anzi a onor del vero va detto che spesso è lui che parla e io che ascolto e prendo appunti. 
Abbiamo parlato dell'Italia dal dopoguerra fino agli '90, passando per la trasformazione dell'economia dal settore agricolo a quello industriale, ne abbiamo parlato come siamo soliti fare: calandoci nelle situazioni reali, nelle situazioni particolari, nel vissuto di ogni giorno. 
Siamo partiti dal vino, forse a causa di una mia domanda relativa a qualche oggetto che ho visto in garage e di cui non conosco l'uso o forse così senza nemmeno volerlo abbiamo preso questa piega. 
Abbiam parlato di botti del vino, del bottaro Alberto Farnetti di Oriolo Romano, detto Berto il bottaro e delle cavolette. 
Le cavolette da quel che mi racconta mio nonno, sono le cantine. Vengono chiamate cavolette  solo nel momento in cui vengono aperte al pubblico. Negli '60 avere una cavoletta, meglio conosciuta come fraschetta, in un paese come Oriolo era abbastanza diffuso. A Cervetri se ne contavano aperte negli anni più floridi della vendemmia ben 11.
Ma quasi mai erano aperte tutte nello stesso periodo: vigeva un accordo tacito tra i vari proprietari di cantine che si accordavano sui periodi e i giorni in cui rimanere aperti in modo da non farsi troppa concorrenza a vicenda, quindi ci si organizzava in modo informale con un principio di rotazione.
Nelle cavolette si vendeva esclusivamente vino e esclusivamente nella misura di mezzo litro. I proprietari della cantina erano gli stessi che avevano lavorato nelle vigne e avevano fatto la vendemmia. Era un modo, sottolinea mio nonno, per rendersi autonomi dalle osterie e da filiere di vendita che schiacciavano il prezzo del vino al litro troppo al ribasso. 
Insomma un esempio classico e perfetto di filiera corta, anzi cortissima, di produzione biologica e a km zero.  
L'unico capitale fisso che serviva per aprire una cavoletta erano le botti per il vino acquistate rigorosamente da Berto, dei bicchieri, le brocche da mezzo litro, qualche tavolaccia con panche per far sedere le persone e ovviamente il vino, nel caso di mio nonno un 13 gradi rosso di cui ora non ricordo il tipo di vigneto. Insomma chiunque poteva svolgere un'attività simile, bastava avere una vigna: in questo caso ce ne erano due: una a S. Janni e una in strada della Fontanella, dove oggi io abito. E anche quelle avevano bisogno di tempo per essere lavorate: nelle annate migliori le vigne producevano 1500 litri di vino.
Per aprire una cavoletta bastava una licenza che autorizzava il proprietario ad aprire per un determinato periodo dell'anno.
La cavoletta apriva solitamente dopocena, ovviamente il pub o l'enoteca non esisteva (a Oriolo non esistono ancora ad oggi), e il posto locale dove bere vino era solamente questo. A pochi passi da casa, senza spostarsi ci si ritrovava a parlare, a fare comunità.
Mio nonno era alla cassa, mi racconta che lui per lavorare alla cavoletta a via Sant'Anna doveva prendersi in alcuni giorni qualche ora di permesso dal lavoro. In quegli anni iniziò a lavorare come dipendente alla Peroni nello stabilimento di Roma.
Iniziava infatti in quel periodo storico il passaggio di molti lavoratori dal settore primario al secondario.

Passarono poi gli anni '60 e la cavoletta fu venduta così come una delle due vigne: quel modello di società stava cambiando, si stavano imponendo altri ritmi di lavoro e altri modelli di produzione.. ma questa è un'altra storia.

Ma il mio bisnonno, il reale proprietario della cavoletta, quando mio nonno costruì la sua casa qualche anno più tardi, riuscì a far costruire, nel muro del garage, un pilastro in cemento armato in più. Ma in posizione orizzontale a circa due metri da terra. Sotto questo, dei mattoni solo appoggiati tra loro e non fissati: quando chiunque dei suoi pronipoti avesse voluto riaprire una cavoletta avrebbe trovato già la porta aperta per  aprire una nuova cantina…



lunedì 7 maggio 2012

Costa Volpara


Questo post arriva un po’ in ritardo ma arriva comunque.
Sabato 21 aprile, dopo qualche mese di assenza, sono riuscito ad andare a sentire la Costa Volpara.
Concerto live in un piccolo pub del quartiere San Pellegrino di Viterbo.
A dir la verità la Volpara era in formazione ridotta, ma fa sempre il suo effetto.
La serata è stata un tributo quasi totale a Francesco Guccini, come a salutarlo dopo l’ultima sua data live a Bologna (almeno così sembra dal suo sito ufficiale).
Qualche incursione di De Andrè, Bertoli e Modena City Ramblers (forse dimentico qualcuno).
Un bel concerto per le emozioni che trasmette ogni volta la Costa Volpara e per le canzoni che vengono eseguite.
Sentire poi di seguito più di qualche canzone di Guccini, fa sempre il suo effetto; sembrava di essere a un concerto del montanaro di Pàvana: Quattro Stracci, Autogrill, Don Chisciotte, Cirano, Scirocco e per chiudere il concerto il grande classico che chiude tutti i concerti di Guccini: la Locomotiva.
Alla fine quando meno te lo aspetti, si chiude dopo la lunga corsa sui binari della locomotiva con: buonanotte fiorellino, come a riconciliare gli animi di quelle generazioni senza nome che gridavano vendetta.
E’ stata un’ottima serata e per questo ringrazio la Costa Volpara che non tradisce mai le aspettative.
Concludo con una frase che rubo, palesemente, al gruppo: e così si continua.

Di seguito il video che ha chiuso un loro concerto ormai qualche hanno fa. 

I link dove potete trovarli:

I link ai prossimi eventi: