Ciao
Nicola,
te
ne sei andato il 21 di marzo. Forse non volevi affrontare ancora un’altra
primavera.
Nell’ultimo
periodo ti sei lasciato andare, consapevole che era giunto il tuo momento. Eri
stanco di soffrire, faticare a causa di due polmoni che non hanno mai
funzionato troppo bene. E’ stata una presa di coscienza, di chi ancora
pienamente comprende quello che sta succedendo.
Ho anche
pensato che ti sei lasciato andare lentamente forse dal giorno in cui smettesti
di guidare la tua ultima macchina. E forse ti sei lasciato andare come lei,
nell’ultimo periodo sempre più in fretta. E te ne sei andato quando, come lei,
non lo aspettavamo; troppo presto di come avevamo immaginato, pensato, sperato.
Ci
rimane il rimpianto che nel momento in cui te ne sei andato, fossi solo, senza
una persona conosciuta davanti ai tuoi occhi, prima che li chiudessi del tutto.
Ma ci
ricorderemo di te ogni volta che prenderemo un caffè, vedremo un maggiolino
passare sulla strada, guarderemo i tuoi grandi occhiali. Ogni volta che saremo
famiglia intorno ad un tavolo.
Non
voglio quindi ricordarti per storie difficili che si perdono nella storia di
una vecchia Italia, ma vorrei salutarti come il nonno che tutti hanno
conosciuto: il nonno del maggiolone.
Ciao
nonno.
Nessun commento:
Posta un commento